ANGELO DALL’OCA BIANCA

VALUTAZIONE gratuita dei dipinti di Angelo Dall’Oca Bianca

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LE QUOTAZIONI di Angelo Dall’Oca Bianca

I lavori artistici che combinano diverse tecniche vengono valutati tra i 600 e i 3.000 euro. Le opere pittoriche realizzate con olio su tela presentano un’ampia variazione di prezzo, situandosi tra i 6.000 e i 16.000 euro, soprattutto se raffigurano affascinanti vedute veneziane o veronesi in movimento. In particolare, i veri capolavori che si distinguono per la loro qualità e soggetto possono superare facilmente i 55.000 euro.

I soggetti simbolisti, storici o quelli caratterizzati da un eccessivo stile illustrativo con influenze floreali, sono meno ricercati.

Siamo a disposizione tramite il nostro perito ed esperto d’arte per stimare e valutare gratuitamente le opere di Angelo Dall’Oca Bianca.

Per ricevere la stima o quotazione bisogna inviare una foto del dipinto, specificando le misure al netto della cornice, utilizzando il form presente in ogni pagina del sito web, oppure tramite mail o con whatsapp al numero: 3482858142.

Riceverete una risposta il prima possibile, in linea con il valore di mercato attuale secondo le nostre accurate considerazioni.
Ci riserviamo di valutare l’acquisto del quadro se risulta di nostro interesse.

N.B. Le precedenti valutazioni sono puramente indicative, e per una stima corretta e gratuita si prega di inviare una foto ai nostri esperti.

 

RIEPILOGO QUOTAZIONI INDICATIVE ANGELO DALL’OCA BIANCA

Tipologia opere Dimensione Quotazione
Diverse tecniche medie 600 – 3.000 Euro
Olio su tela – vedute veneziane/ veronesi piccole 6.000 – 16.000 Euro
Olio su tela – capolavori grandi oltre i 55.000 Euro

 


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BIOGRAFIA DI ANGELO DALL’OCA BIANCA

Angelo Dall'Oca Bianca
Angelo Dall’Oca Bianca

ANGELO DALL’OCA BIANCA nasce a Verona nel 1858 da una famiglia di modeste origini e muore Verona, il 18 maggio del 1942.

Trascorre la sua infanzia lontano dai banchi di scuola e per le strade di Verona fino a 15 anni dove, a causa della morte del padre, si adatta a svolgere diversi lavori occasionali. In questo periodo manifesta la passione per il disegno e la pittura e, incoraggiato dallo scultore Ugo Zannoni e dallo stesso direttore Napoleone Nani, riesce ad entrare all’Accademia di Belle Arti Cignaroli di Verona dove resta per due anni, poi passa all’Accademia di Venezia dove, con molta probabilità, frequenta i corsi liberi di nudo e in queste circostanze conosce il pittore Giacomo Favretto che esercita un forte ascendente su di lui.

Fu nel 1880 che la sua produzione naturalistica fu influenzata da un nuovo interesse per la fotografia, che si sviluppò ulteriormente attraverso il contatto con il pittore Francesco Paolo Michetti durante un soggiorno a Roma nel 1882. Prende parte per la prima volta all’Esposizione della Società di Belle Arti di Verona nel 1876 e nel 1881 ottiene un discreto successo con la vendita di alcune opere all’Esposizione Nazionale di Milano.

Nel 1882, Angelo torna nella sua città dopo gli alluvioni e sente il bisogno di raccontare quei momenti drammatici, questo disastro lo lega ancora di più alla sua città, che rimarrà per tutta la sua vita una grande fonte di ispirazione per la sua produzione artistica.

PARTECIPAZIONE ALL’ESPOSIZIONE INTERNAZIONALE DI ROMA:

Nel 1883 insieme ad altri pittori partecipa all’Esposizione Internazionale di Belle Arti di Roma, nel 1884 all’Esposizione di Torino e all’Internazionale di Barcellona dove vince il primo premio, nel 1886 tiene una mostra personale a Vienna ed espone ad Anversa; l’anno successivo viene nominato associato dell’Accademia di Belle Arti Cignaroli e della Società di Belle Arti di Verona.

Dopo questi anni, iniziò la sua grande notorietà: al cognome paterno aggiunse la parola Bianca e cominciò così ad esporre i suoi dipinti, che vennero accolti con grande entusiasmo da pubblico e critica. Lavorò così tra Venezia, dove partecipava alle Biennali e Roma, dove conobbe personaggi di grande rilievo come Giosuè Carducci e Gabriele D’Annunzio.

A Roma conobbe persino alla regina Margherita di Savoia, che gli commissionò diversi quadri. Dopo che le sue opere raggiunsero i più grandi collezionisti e musei del mondo (Parigi, Barcellona, Chicago) e dopo aver esposto in città come Anversa, Vienna, Monaco, ottiene importanti riconoscimenti sia in Italia che all’estero.

GLI ANNI NOVANTA:

Fino agli inizi del nuovo secolo Angelo Dall’Oca Bianca continua ad esporre sia in Italia che in Europa ed anche all’Esposizione Mondiale di Chicago del 1893, nel 1900 viene premiato con la medaglia d’oro all’Esposizione Universale di Parigi con il dipinto “Gli amori delle anime” dove acquisì  un rinnovamento del vocabolario artistico attraverso l’adozione di elementi tratti dal divisionismo e dal simbolismo e una vasta consapevolezza degli sviluppi sulle scene europee.

Dopo molti anni che non esponeva le sue opere nella città natale, nel 1908, in occasione della ricorrenza dei cinquanta anni della fondazione della Società delle Belle Arti, espone a Verona ed il quadro vincitore della medaglia d’oro a Parigi viene acquistato dal Comune.

Nel 1912, alla X Biennale di Venezia, Angelo Dall’Oca Bianca viene criticato e la sua arte definita come ormai sorpassata rispetto alle avanguardie nascenti.

Nel 1919 iniziò a ritirarsi man mano dalla scena internazionale. Continuò a partecipare alle mostre a Verona e a ricevere gratificazioni e riconoscimenti. Nel 1939 venne inaugurato il Villaggio Dall’Oca, realizzato grazie ad una donazione del pittore e in seguito ingrandito con il suo lascito testamentario. Il Villaggio fu costruito da Angelo Dall’Oca Bianca a favore dei poveri della città.

Nel 1941 scrisse il suo testamento, lasciando tutti i suoi averi e i suoi quadri alla città di Verona e ai suoi poveri. Morì il 18 maggio dell’anno dopo, a 84 anni.

Significativa anche la sua attività di polemista e i suoi esperimenti di mail art. È stato, inoltre, l’ideatore della forma attuale del pandoro; depositata nel 1884 da Melegatti.

SCENE DI GENERE E RITRATTI:

Fin dai primi istanti della sua carriera artistica, Angelo Dall’Oca Bianca si distingue nel campo della pittura di genere, abbracciando appieno l’approccio al vero introdotto dall’Accademia grazie all’influenza di Nani. Gli anni trascorsi a studiare a Verona e Venezia hanno poi portato l’artista ad avvicinarsi alle tematiche care a Favretto e Scattola, caratterizzate da una tavolozza vivace e vibrante.

Le prime opere esposte da Angelo Dall’Oca Bianca all’Accademia sono di natura aneddotica e presentano una forte affinità con quelle dei fratelli Induno. L’anno successivo, all’Esposizione Nazionale di Napoli, l’artista presenta “Consigli di un veterano prima della partenza pel campo”. Nel 1880, a Torino, Angelo Dall’Oca Bianca presenta invece “Dolore”, una scena d’interni che raffigura il lamento per un defunto.

Il gusto brioso e piacevole di alcune scene si fonde con un’attenzione quasi sentimentale verso i rappresentanti delle classi sociali più umili. Questo è evidente nelle opere presentate all’Esposizione di Milano nel 1881, come:

  • Caldarrostajo;
  • Al lavatojo;
  • Il lattivendolo;
  • Sotto zero.

Questi dipinti rappresentano il culmine della sua fase iniziale, descrivendo con semplicità le difficoltà della Verona post-unitaria e mettendo sempre l’enfasi sull’aspetto emotivo.

Dopo il suo viaggio a Roma, dove ha avuto modo di conoscere Michetti, Angelo Dall’Oca Bianca inizia a utilizzare la fotografia come supporto tecnico per la sua pittura. Il suo stile verista accentuato emerge così in dipinti come “Fogo al camin”, “I maldicenti” e “Prima luce”, presentati a Venezia nel 1887.

 

Angelo Dall'Oca Bianca - Ritratto del Conte
Angelo Dall’Oca Bianca – Ritratto del Conte

 

Angelo Dall'Oca - Bianca la piazza delle erbe a Verona
Angelo Dall’Oca Bianca – la piazza delle erbe a Verona

 

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