ALFREDO BIAGINI

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LE QUOTAZIONI di Alfredo Biagini

Alfredo Biagini emerge come un rinomato scultore specializzato nella creazione di opere animaliste e di figura di straordinaria maestria. Le sue sculture in bronzo, focalizzate sulle tematiche animaliste, presentano valutazioni che oscillano tra i 600 euro e i 3.000 euro, riflettendo la pregevolezza e la raffinatezza del suo lavoro artistico.

Le creazioni di dimensioni considerevoli, caratterizzate da un impegno artistico straordinario, raggiungono stime che superano i 6.500 euro, evidenziando la notevole complessità e il valore intrinseco di tali opere d’arte. Un esempio emblematico del prestigio di Biagini nel mondo dell’arte è rappresentato dal suo record d’asta del 2019, con un’opulenta leonessa in bronzo che ha raggiunto la cifra straordinaria di 40.000 euro.

È fondamentale sottolineare che queste valutazioni sono indicative, poiché diversi fattori incidono sulla valutazione complessiva di un’opera d’arte. Per una stima precisa e gratuita delle sculture di Biagini, non esitate a contattarci direttamente. Saremo lieti di fornire un’analisi dettagliata e personalizzata del valore delle opere d’arte di questo talentuoso scultore.

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N.B. Le precedenti valutazioni sono puramente indicative, e per una stima corretta e gratuita si prega di inviare una foto ai nostri esperti.

QUOTAZIONI INDICATIVE ALFREDO BIAGINI

Tipologia opere Dimensione Quotazione
Ceramica medie 600 – 1.500 Euro
Terracotta medie intorno ai 2.500 Euro
Bronzo record asta 40.000 Euro
Bronzo medie 600 – 3.000 Euro
Sculture in Bronzo grandi superiore ai 6.500 Euro

 


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BIOGRAFIA ALFREDO BIAGINI

Alfredo Biagini - Nudo
Alfredo Biagini – Nudo

Alfredo Biagini, nato a Roma nel 1886, da una famiglia di abili orafi, si immerse nell’arte fin da giovane. Nel 1905, decide di iniziare il suo percorso artistico iscrivendosi all’Accademia di Belle Arti di Roma. Qui, dedicò quattro anni ai corsi di architettura e scultura, concludendo nel 1909. Successivamente, la sua sete di conoscenza lo portò a Parigi, dove decise di intraprendere un viaggio di scoperta artistica.

Villa Strohl-Fern e l’Influenza Secessionista:

Nei tumultuosi anni Dieci, durante la Prima Guerra Mondiale, Alfredo Biagini trovò stabile dimora negli studi di Villa Strohl-Fern. Questo periodo segnò l’inizio di un profondo legame con l’estetica secessionista, ampiamente abbracciata dalla comunità artistica presente nella villa.

La fertile atmosfera dell’avanguardia romana gli consentì di ottenere i primi riconoscimenti significativi. Nel 1915, espone le sue opere in una mostra collettiva a Villa Strohl-Fern, ricevendo apprezzamenti entusiastici dalla critica. Questo fu il momento in cui cominciò a delineare il suo stile come scultore di animali, presentando una serie di piccole creature che emanavano un vibrante fascino decorativo.

Il Successo di Alfredo Biagini:

Il culmine del suo successo giunge nel 1918, quando Alfredo Biagini partecipa a una mostra organizzata da Marcello Piacentini presso la Casina dei Pincio. Qui, rappresenta la giovane generazione di scultori insieme ad Attilio Selva.

In realtà, la collaborazione con Piacentini era già iniziata nel 1915, quando decorò alcune opere architettoniche progettate dall’architetto. Questa collaborazione artistica fruttuosa si protrasse fino al 1945, culminando con il loro lavoro a Sant’Andrea delle Fratte.

L’Espansione Artistica:

Parallelamente al suo lavoro nel campo dell’animalier, Alfredo Biagini si cimentò in un revival della ritrattistica rinascimentale. La delicatezza dei volti ritratti si fuse elegantemente con lo stile secessionista che caratterizzava questo periodo degli anni Venti.

Contemporaneamente, esplorò il mondo della ceramica policroma, sperimentando con la tecnica delle colature. Questa fase segnò il periodo in cui l’artista partecipò alle più prestigiose mostre d’arte in Italia e all’estero. Biagini esponeva con regolarità alla Biennale di Venezia dal 1924 al 1932 e partecipava alle Quadriennali romane.

Impegno Pubblico e Traguardi Finali:

Nei decenni successivi, dagli anni Trenta ai Quaranta, Alfredo Biagini si dedicò intensamente a progetti di decorazione pubblica, spesso collaborando con altri scultori di spicco. Tuttavia, negli ultimi anni della sua carriera, si dedicò soprattutto a opere di carattere sacro. La sua straordinaria carriera artistica si concluse con la sua morte a Roma nel 1952.

La Scultura di Alfredo Biagini: Un Connubio tra Animalier e Secessionismo

La scultura decorativa, influenzata dal movimento secessionista, occupò una posizione centrale nella carriera di Alfredo Biagini, in particolare durante il suo periodo a Villa Strohl-Fern. Nel 1915, alla mostra collettiva nella villa, espone una serie di piccoli animali esotici e una Fanciulla dormiente.

Le sue opere variopinte riflettono la vasta cultura dell’artista, che aveva affinato la sua arte a Parigi solo pochi anni prima. L’accurato studio anatomico degli animali emerge con grande forza, abbinato a una linea decorativa forte e incisiva.

Le rappresentazioni femminili:

Biagini utilizzò tratti armoniosi e allo stesso tempo nitidi nelle sue rappresentazioni delle figure femminili, evocando lo stile di artisti come Verrocchio, ma interpretandolo in una chiave moderna.

Alla Terza esposizione della Secessione romana del 1915, presentò nuovamente la Fanciulla dormiente, accompagnata da tre sculture di animali: Otaria, Pinguino e Serval. Queste opere, con il loro sapore esotico, furono realizzate con una linea ricca di grazia decorativa. La precisione anatomica, che sarebbe diventata una caratteristica distintiva delle sue opere, sia in bronzo che in ceramica e marmo, testimonia l’approfondito studio condotto negli zoo di Parigi.

Espressione tra il Naturalismo e l’Armonia Decorativa

Nella primavera del 1922, durante l’eclettica Fiorentina Primaverile, l’artista Celestino Celestini rivela la sua maestria attraverso dieci opere uniche, accompagnate da una serie di disegni preparatori, rilievi scolpiti e targhette cesellate. Le sue creazioni scultoree, suddivise tra il regno animale e l’immaginario mitologico, abbracciano il Leone, il Cervo, la Pantera, la Danzatrice, Leda e Diana.

L’Eterna Fascinazione per la Figura Umana

Il tema ricorrente della figura umana, soprattutto nella sua rappresentazione femminile e nuda, si svela in varie esposizioni artistiche. Alla Biennale di Venezia del 1924, Celestini introduce il “Bagnante”, mentre nel 1926 presenta “Venere”.

Una scultura memorabile in questo periodo, e forse una delle più celebrate di Celestini, è il “Cercopiteco rosso”. Osservandola, emergono proporzioni anatomiche impeccabili e una dinamica nei movimenti che conferisce un equilibrio peculiare a questa rappresentazione di una piccola scimmia.

Il movimento armonioso e circolare della coda lunga contrasta con la sua forma spigolosa, creata dalla disposizione delle zampe anteriori, che formano un triangolo ideale. Qui, il naturalismo e la sintesi formale si fondono in un connubio unico, dando vita a un’opera d’arte eccezionale.

Una Crescita Artistica Internazionale

Nel frattempo, la fama di Celestini si diffonde oltre i confini nazionali. Nel 1928, a Parigi, presenta “Scimmia in marmo” e “Giuditta” all’Esposizione internazionale di Barcellona. Nello stesso anno, alla Biennale di Venezia, espone “Faunessa”, che poi ripresenta alla I mostra del Sindacato Laziale Fascista del 1929, insieme a “Testa di bimbo”, “Giuditta” e “Cercopiteco rosso”.

Alla Biennale del 1932, l’artista abbandona temporaneamente il mondo animale per presentare tre figure umane: “San Sebastiano”, “Torso di donna” e “Arianna”.

L’Epico Atto alla Quadriennale Romana del 1939

Il 1939 segna un punto culminante nella carriera di Celestino Celestini, quando partecipa alla Terza Quadriennale romana con ben ventinove opere realizzate in bronzo, terracotta, cera e gesso. Tra queste, spiccano “Piccola Venere”, “Marmoraro Romano”, “Berenice”, “San Giovanni Battista”, “Provvidenza”, “Donna che si Pettina” e “Madonna”.

La Scultura come Elemento Decorativo Architettonico

Un’importante sinergia lavorativa tra Alfredo Biagini e Marcello Piacentini, celebre architetto italiano, ha portato Celestini a creare diverse opere scultoree destinate al pubblico. Nel 1917, Piacentini realizza il Cinema Corso in Piazza San Lorenzo in Lucina, e Biagini, insieme ad Arturo Dazzi, si impegna nella decorazione a bassorilievo del cinema, incorporando temi mitologici. Questa decorazione presenta uno stile secessionista in armonia con l’edificio, caratterizzato da un ricco accento floreale.

Nel 1931, partecipa a un concorso per la realizzazione delle formelle delle porte bronzee del Duomo di Orvieto. Negli anni Quaranta, partecipa al concorso per le porte di San Pietro e vince, ma, purtroppo, non riesce a completare il lavoro poiché si spegne nel 1952.

Alcune sue opere:

  • Stazioni della Via Crucis nella chiesa di Cristo Re in Roma.
  • Danzatrice
  • Bagrunte
  • Venere
  • Pomona

Varii bronzi d’animali:

  • Leone
  • Pantere
  • Cervo

Ha modellato parecchi ritratti maschili e femminili.

Alfredo Biagini - Orso
Alfredo Biagini – Orso

 

Alfredo Biagini
Alfredo Biagini

 

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