ALBERTO ZARDO

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LE QUOTAZIONI di Alberto Zardo

Le quotazioni dei piccoli dipinti di Alberto Zardo vanno dai 1.000 ai 2.000 Euro, le opere di media dimesione possono essere valutati dai 2.000 ai 5.000 Euro mentre per quelli di grandi dimensioni superano i 5.000 Euro

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RIEPILOGO QUOTAZIONI INDICATIVE ALBERTO ZARDO

Tipologia opere Dimensione Quotazione
Olio su tela piccoli 1.000 – 2.000 Euro
Olio su tela medie 2.000 – 5.000 Euro
Olio su tela medie -grandi oltre i 5.000 Euro

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BIOGRAFIA DI ALBERTO ZARDO

Alberto Zardo
Alberto Zardo

Alberto Zardo, nato nel 1876 a Padova e trascorso la sua giovinezza tra le meraviglie del Veneto, presto sentì il richiamo artistico che lo portò in Toscana. La sua mente fervida di creatività si plasmò presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze, dove ebbe l’onore di apprendere sotto la guida di Raffaello Sorbi, un pittore dallo spirito eclettico. Mentre immerse le sue mani nell’argilla e nell’olio, trovò ispirazione anche nei corsi di scultura, guidato dalla maestria di Augusto Rivalta.

Zardo, diversamente dal suo mentore, si dedicò a molteplici sfaccettature artistiche, dalla ritrattistica al paesaggismo, fino alla rappresentazione figurativa, conquistando un notevole apprezzamento nel suo percorso. I panorami che dipinse nei suoi primi anni di attività rimandavano al simbolismo, ma col tempo si trasformarono in opere più ancorate al realismo, caratterizzate da una vivace tavolozza e da pennellate vigorose e ampie.

L’Esplorazione Artistica

All’inizio del XX secolo, Alberto Zardo si spinse oltre, esplorando il mondo dell’illustrazione. Nel 1901, la sua genialità venne riconosciuta con il primo premio nel concorso Alinari dedicato alla Divina Commedia. Nei suoi ultimi anni, si immerse anche nella pittura sacra, ampliando così il suo repertorio artistico.

Il 1909 segnò una svolta cruciale nella carriera dell’artista: partecipò con fervore all’Esposizione Internazionale di Monaco di Baviera, al Salon di Parigi e all’Internazionale di Bruxelles, conquistando un posto di rilievo nella scena artistica europea. Nel 1918, il suo impegno e la sua dedizione vennero premiati con la nomina a socio residente dell’Accademia Fiorentina, un riconoscimento che confermava la sua importanza nel panorama artistico dell’epoca.

Il Lungo Viaggio Creativo

Alberto Zardo continuò a plasmare la sua arte con passione e impegno fino agli anni Cinquanta del Novecento, attraversando epoche di cambiamento e trasformazione. La sua vita artistica si intrecciava con gli eventi storici del suo tempo, testimoniando con le sue opere l’evoluzione della società e della cultura.

La sua morte, avvenuta nel 1959 a Firenze, la città che aveva adottato come sua, segnò la fine di un lungo viaggio creativo. Tuttavia, il suo lascito artistico continua a vivere, ispirando generazioni future e confermando il suo posto di rilievo nella storia dell’arte italiana e internazionale.

Debutto artistico dopo la fine degli studi accademici

Dopo aver completato i suoi studi accademici a Firenze, Alberto Zardo fece il suo debutto alla mostra della Promotrice della città nel 1896. L’anno successivo, alla mostra seguente, presentò il suo dipinto “Autunno”, mentre nel 1899 espose “Magri pascoli”. Alla Promotrice di Genova nello stesso anno, espone “Mattino di dicembre”, seguito nel 1900 da “Mestizia”.

Questa fase iniziale della sua carriera è fortemente intrisa di un simbolismo che non è né sconvolgente né nordico, ma piuttosto intimo e personale. Sembrerebbe che Alberto Zardo stia seguendo la poetica pascoliana, che si distingue per un simbolismo evocativo e sfuggente, usando come mezzi i luoghi della vita quotidiana, della semplice vita domestica o familiare.

Il simbolismo nei ritratti

Il modo in cui Zardo rappresenta il paesaggio è strettamente legato a questa forma di simbolismo: i pascoli montani, i panorami marini, le file di alberi di cipresso immortalate durante un temporale sono tutti soggetti che trasmettono un’evocazione simbolica estremamente personale.

Anche le figure umane, spesso immerse nei loro pensieri, sono rappresentate come presenze delicate e sfuggenti, in sintonia con queste caratteristiche. Si possono citare opere come “La convalescente” del 1902, attualmente conservata a Lima, “Riverberi” esposta a Milano nel 1906, “Idillio” del 1905, “Fantasia medioevale” e “Sole di luglio” del 1907.

In molti dei suoi dipinti emerge chiaramente la volontà dell’artista di catturare la tranquillità o il mistero delle ore notturne e serali. Numerosi sono i titoli che richiamano questa tematica: “Notte d’inverno” del 1905, “Plenilunio” del 1907, presentata successivamente all’Esposizione Internazionale di Monaco di Baviera nel 1909, “Case cadorine al chiaro di luna”, acquistata dalla Regina Margherita. E ancora “Sull’imbrunire”, opera presentata all’Esposizione Internazionale di Bruxelles nel 1909.

Il percorso artistico di Alberto Zardo si sviluppa ulteriormente, conducendolo verso una maturità che si distingue per una profonda riflessione sulla natura umana e l’essenza dell’esistenza.

Paesaggi realistici e naturalistici

Nel percorso artistico di Alberto Zardo, emerge gradualmente un profondo interesse per la rappresentazione dei paesaggi naturali, focalizzandosi sulle variazioni della luce nel corso della giornata e sugli studi delle formazioni nuvolose.

È plausibile che quest’interesse sia stato influenzato dal movimento realista toscano della metà dell’Ottocento, sebbene Zardo abbia sempre mantenuto intatta la propria visione intimista e personale dell’arte. Questo emerge chiaramente attraverso una serie di schizzi che ritraggono paesaggi toscani autentici, ma anche tramite opere pittoriche come “Il sentiero nei campi” o “Via dei rilievi”, esposte a Firenze nel 1903.

Le rappresentazioni delle nuvole, come quelle in “Passaggio delle nubi” del 1907 e “Nuvoloso” del 1908, risultano essere impressioni dirette dalla natura. Tuttavia, anche dipinti di stampo realista come “Terreni sommersi”, “Bagnanti al tramonto” del 1930 o “Canale a Venezia” del 1931 manifestano l’intenzione dell’artista di aderire alla realtà circostante.

L’illustrazione della Divina Commedia

Nel 1900 viene bandito il concorso Alinari per una nuova edizione illustrata della Divina Commedia di Dante. Il concorso richiedeva agli artisti partecipanti di presentare almeno due illustrazioni, che sarebbero poi state esposte in una mostra finale con giuria.

Alberto Zardo partecipa alla competizione insieme ad altri autori di spicco come Armando Spadini, Duilio Cambellotti, Galileo Chini e Adolfo De Carolis, riuscendo a conquistare il primo premio. La giuria ha premiato la sua capacità di conferire sicurezza alle forme e la sua predisposizione alla riproduzione fotomeccanica.

 

Alberto Zardo - Il Tombolo
Alberto Zardo – Il Tombolo

 

Alberto Zardo - Apparizione di Lucifero
Alberto Zardo – Apparizione di Lucifero

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