ALBERTO PASINI

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LE QUOTAZIONI di Alberto Pasini

Le opere del periodo francese o del primo periodo orientale sono oggetto di quotazioni che si collocano mediamente tra i 10.000 euro e i 20.000 euro, mentre i prezzi dei dipinti del periodo orientalista variano da 16.000 euro a 32.000 euro per le creazioni di dimensioni più contenute, e dai 45.000 euro ai 110.000 euro per quelle di dimensioni medie o ampie, in base alla vitalità delle figure e alla ricchezza dei toni cromatici.

Le creazioni più tardive si attestano generalmente tra gli 8.000 euro e i 20.000 euro, ma è bene sottolineare che i capolavori possono superare la soglia straordinaria dei 310.000 euro.

Siamo a disposizione tramite il nostro perito ed esperto d’arte per stimare e valutare gratuitamente le opere di Alberto Pasini.

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Riceverete una risposta il prima possibile, in linea con il valore di mercato attuale secondo le nostre accurate considerazioni.
Ci riserviamo di valutare l’acquisto del quadro se risulta di nostro interesse.

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RIEPILOGO QUOTAZIONI INDICATIVE ALBERTO PASINI

Tipologia opere Dimensione Quotazione
Olio su tela – periodo orientale/francese medie 10.000 – 20.000 Euro
Olio su tela – primo periodo orientalista piccole 16.000 – 32.000 Euro
Olio su tela – primo periodo orientalista medie -grandi 45.000 – 110.000 Euro
Olio su tela – periodo tardivo medie 8.000 – 20.000 Euro
Olio su tela – capolavori medie -grandi oltre i 310.000 Euro

 


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BIOGRAFIA DI ALBERTO PASINI

Alberto Pasini - La porta di Bagdad
Alberto Pasini – La porta di Bagdad

Alberto Pasini, nato a Busseto nel 1826 e tragicamente scomparso a Cavoretto nel 1899, ci ha lasciato un’eredità artistica straordinaria. La sua vita è stata un vero e proprio viaggio attraverso i colori e le atmosfere incantate dell’Oriente.

Fin da giovane, Pasini si è immerso nella cultura orientale, cercando di catturarne l’essenza in ogni pennellata. Ha trascorso anni esplorando terre lontane, affascinato dalla ricchezza visiva e culturale che l’Oriente offriva. Le sue opere sono state un ponte tra l’Occidente e l’Oriente, un intreccio magico di stili e influenze che hanno reso la sua pittura unica e inconfondibile.

Pasini ha saputo rappresentare con maestria i mercati vivaci e le strade affollate delle città orientali, immergendosi nei dettagli e nelle sfumature dei colori locali. Le sue tele sono state una finestra aperta su mondi lontani, trasmettendo l’atmosfera vibrante e misteriosa delle terre visitate.

La sua passione per i viaggi e la sua curiosità insaziabile lo hanno portato a esplorare luoghi come il Marocco, l’Egitto, l’India e molti altri. Ogni nuova destinazione ha arricchito il suo repertorio, conferendo alle sue opere un senso di autenticità e vitalità.

Alberto Pasini è stato un vero pioniere nell’arte orientalista, contribuendo a diffondere la bellezza e la complessità di culture lontane. Le sue opere hanno ispirato generazioni di artisti successivi, lasciando un’impronta indelebile nel panorama artistico dell’Ottocento.

La sua abilità nel catturare la luce, i dettagli e l’atmosfera unica dell’Oriente è stata ammirata e celebrata durante la sua vita e continua ad affascinare gli spettatori ancora oggi. Alberto Pasini rimarrà per sempre un’icona dell’arte orientalista e un testimone delle meraviglie che il mondo ha da offrire.

Il trassferimento a Parma:

Si trasferisce sin da piccolo con la sua amata madre a Parma, dove avvia il suo percorso di studio artistico seguendo le orme dello zio. Nel lontano 1843, si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Parma, immergendosi soprattutto nel magico mondo del disegno. Tuttavia, le rigide regole accademiche non riescono a catturare appieno il suo spirito avventuroso, e così decide di allontanarsi dall’istituzione, specialmente dopo essere stato privato della meritata borsa di studio per Roma.

Nei suoi primi anni, si lascia conquistare principalmente dall’arte dell’incisione, regalando al mondo una serie di trenta litografie che ritraggono i suggestivi Castelli del piacentino e del parmense. Nel tumultuoso anno 1848, al fianco dei valorosi volontari di Modena, abbraccia con fervore la causa della prima guerra di indipendenza. Al termine di tale esperienza, intraprende un avventuroso percorso che lo porta prima a Torino e successivamente a Parigi, nel magico anno 1851.

Il trasferimento a Parigi:

Gli inizi di Alberto Pasini a Parigi si rivelano estremamente ardui: si impegna al massimo per farsi strada nel prestigioso mondo artistico della città, dedicandosi innanzitutto allo studio dell’incisore Eugène Cicéri. Tra i due si instaura un’instancabile collaborazione che porta, nel 1853, Cicéri a spronare Pasini a partecipare al Salon di Parigi con una delle sue incisioni.

Da quel momento in poi, e fino al 1892, l’artista prende regolarmente parte a questa prestigiosa manifestazione parigina, riscuotendo sempre crescente successo sia dal punto di vista critico che da quello del pubblico. Nel frattempo, si immerso negli ambienti dei Barbizonniers, autentici pionieri nell’approccio naturalistico alla pittura, ma ha anche approfondito lo studio dei maestri della pittura storica come Eugène Delacroix.

Il viaggio in Medio Oriente:

Negli anni Cinquanta, condivide il proprio atelier con Théodore Chasseriau, un abile pittore incaricato di intraprendere una missione nella meravigliosa Persia. Dopo aver volontariamente abbandonato tale incarico, lo cede gentilmente ad Alberto Pasini, che, grazie a questa straordinaria esperienza vissuta tra il 1855 e il 1856, riesce a compiere una svolta epocale nella sua produzione artistica. Si avventura nella Turchia, nella Siria e nell’incantevole Egitto, trarne impressioni profonde e condurle a trasformarsi in autentici capolavori una volta rientrato nella vivace Parigi.

La Persia, con tutta la sua maestosità, riesce a catturare l’interesse del pittore, il quale riesce a ritrarne i deserti selvaggi e le vette imponenti, i vivaci mercati e le carovane che li attraversano, fino ai più sottili dettagli della vita mediorientale. Con una partecipazione viva e appassionata, annota i momenti di vita quotidiana, donando loro libertà ed espressività attraverso pennellate pittoriche senza confini e una tavolozza sontuosa e vigorosa.

La straordinaria luminosità che Alberto Pasini incontra nella Persia lo affascina a tal punto da esaltarne la bellezza in ogni sua creazione, persistendo in questo stile fino agli anni Novanta. Al termine del suo viaggio e al suo glorioso ritorno a Parigi, il pittore si afferma come uno dei più ricercati e apprezzati orientalisti dell’epoca: espone non solo in rinomate gallerie francesi, ma anche in Italia, partecipando alle mostre più prestigiose, soprattutto a Torino.

Altri viaggi:

I viaggi intrapresi dal pittore vanno ben oltre questa prima esplorazione. La sua natura di osservatore instancabile e viaggiatore appassionato lo spinge a continuare a spostarsi per tutti gli anni Sessanta e Settanta.

Nel 1860, si avventura in Egitto, nel 1868 visita la Grecia e la Turchia, e nel 1879 si avventura nella splendida Siria. Venezia diventa una frequentazione costante, una città che lo affascina con la sua luce, una luminosità che richiama le città orientali alle quali è sempre stato legato.

Il successo di Alberto Pasini in Europa è anche dovuto al suo contratto con Adolphe Goupil, che rimane incantato dalla sua straordinaria capacità narrativa e dalla magia ipnotica della luminosità dei suoi dipinti. In Italia, espone a Torino, Firenze, Venezia, Bologna e Milano, ottenendo innumerevoli premi e riconoscimenti.

Nel 1870, a causa della guerra franco-prussiana, Alberto Pasini è costretto a far ritorno in Italia, ma rimane sempre il pittore orientalista più ambito dai mercanti europei. Si stabilisce a Venezia, ma continua a partecipare al Salon di Parigi fino al 1896. Il suo fulgido successo continua fino alla sua morte avvenuta a Cavoretto, nei pressi di Torino, nel 1899.

LA TECNICA PITTORICA E L’ORIENTALISMO:

Dopo aver dedicato la sua prima produzione esclusivamente all’arte dell’incisione, Alberto Pasini si avventura nel mondo della pittura soprattutto dopo essersi trasferito a Parigi. Nel 1853, fa il suo esordio al Salon con la straordinaria litografia intitolata “Sera”, mentre nel 1855 presenta a Torino, città che rimarrà per sempre nel suo cuore, le opere “L’appressarsi di un temporale” e “Rive della Senna”.

Questi due dipinti rivelano la profonda influenza dei barbizonniers francesi sulla sua arte, soprattutto per la libertà compositiva e la vivida varietà cromatica che nasce da una scrupolosa osservazione della realtà, sempre trasfigurata nella sua essenza più lirica e poetica. Il viaggio del 1855, come accennato in precedenza, assume un ruolo fondamentale nella vita di Alberto Pasini: viene infatti chiamato a essere il pittore ufficiale al seguito del ministro Bourrée.

Da quel momento in poi, la sua produzione si inserisce completamente nel contesto dell’arte orientalista, ambita immediatamente dai più importanti mercanti europei.

Alla Promotrice di Torino del 1857, Pasini espone opere di straordinaria bellezza, come :

  • “Caffè nelle pianure del sud della Persia”;
  • “Carovana di cammelli in una strada a Téhéran”;
  • “Cavalieri irregolari nei passi angusti delle montagne di Chiraz”;
  • “Colombai per raccogliere il guano nelle pianure di Koumickak e cavalcata persiana”.

 

La pittura di Alberto Pasini si distingue per la sua calda e vivace vitalità, trasmettendo suggestioni esotiche che affascinano il pubblico europeo. Un ciclo di grande importanza, composto da otto dipinti raffiguranti i Massacri in Siria, viene presentato da Pasini alla Mostra di Firenze del 1861.

Il suo impegno nelle Promotrici torinesi è costante, presentando opere come:

  • “Carovana in marcia”;
  • “Cavalli al pascolo”;
  • “Porta di moschea”;
  • “Panorama della Sierra Nevada”;
  • “Porta di un vecchio arsenale”.

Tornato in Italia, si stabilisce a Venezia, dove partecipa alla Mostra Internazionale del 1887 con opere come “Canal Grande, traghetto san Tomà”, “Venezia dalla Giudecca, Palazzo Rezzonico, Foscari e Baldi” e “Quattro studi dal vero”. Con il dipinto orientalista “Santone in preghiera alla Porta della Moschea di Costantinopoli”, Alberto Pasini prende parte alla I Biennale di Venezia nel 1895, mentre con “Sosta di cavalieri siriaci” partecipa a quella del 1897.

La sua ultima mostra pubblica si tiene a Torino nel 1898, dove espone diversi studi e opere, tra cui “Costantinopoli”, “Al Cairo” e “L’Alhambra”. Dopo la sua morte, la Biennale di Venezia gli dedica una retrospettiva nel 1909, esponendo oltre cento opere che testimoniano la grandezza del suo talento.

LE COLLABORAZIONI:

Alberto Pasini ha collaborato anche con diversi artisti italiani durante la sua carriera. Uno dei suoi stretti collaboratori è stato Giovanni Fattori, uno dei principali esponenti del movimento macchiaiolo in Italia. Pasini e Fattori hanno condiviso un interesse comune per la pittura en plein air e per la rappresentazione della vita quotidiana, collaborando e scambiando idee artistiche.

Inoltre, Pasini ha avuto contatti e collaborazioni con altri artisti italiani dell’epoca, come Telemaco Signorini, Silvestro Lega e Giovanni Boldini. Questi scambi e interazioni hanno contribuito a creare un clima di fervente scambio artistico e a promuovere lo sviluppo delle diverse correnti artistiche in Italia.

Oltre alle collaborazioni con altri artisti, Pasini ha intrattenuto relazioni professionali con galleristi, collezionisti d’arte e critici italiani, che hanno contribuito alla promozione e alla diffusione delle sue opere sul territorio nazionale. Grazie a queste collaborazioni e al supporto delle figure chiave del panorama artistico italiano, Pasini ha potuto esporre le sue opere in importanti mostre e ottenere riconoscimenti significativi nel contesto nazionale.

 

Alberto Pasini
Alberto Pasini

 

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